14.04.2015
La vita fa scuola
Federazione per il Sociale e la SanitàVolontariato
Molto di quello che impariamo avviene al di fuori dell'istruzione formale. Al convegno del 14 aprile 2015 a Bolzano si sono incontrati associazioni di volontariato, enti formativi e imprese per esporre le loro esperienze e le opportunità di riconoscimento o validazione di competenze acquisite in contesti non formali. Un tema che vedrà aprirsi in futuro ancora nuovi spazi.
L'apprendimento è stato sinora collegato prevalentemente con contesti formali come la scuola. Nel frattempo sappiamo che l'apprendimento avviene ovunque – sul lavoro, per hobby, nel volontariato, oppure spontaneamente nella vita quotidiana. Il mondo è diventato la nostra aula, la vita la nostra scuola. Il fatto che una persona acquisisca conoscenze e competenze in ambiti formali, non formali o informali diventa un aspetto irrilevante – sono i risultati dell'apprendimento ad avere valore.Di conseguenza si possono sviluppare opportunità di imparare anche al di fuori della classica formazione, per esempio nel volontariato. Perché anche qui si impara molto.
In Alto Adige il volontariato può contare su numeri molto consistenti, le ricerche rilevano infatti che sono ca. 150.000 i cittadini e cittadine attivi nel volontariato. Sono persone impegnate in associazioni dove mettono gratuitamente a disposizione il loro tempo e la loro energia.
I compiti che sanno assumersi sono notevoli e di grande responsabilità: si tratta di servizi di trasporto, per esempio per persone anziane o con disabilità, di assistenza oppure attività per il tempo libero. Ma offrono anche compagnia e sostegno per persone malate di tumore sia a casa che in ospedale, oppure in semplici e preziosi gesti di buon vicinato. Il loro volontariato li mette in contatto con persone diverse per situazioni difficoltose di vita, per origine o età.
Ciò che sviluppano o maturano nel loro impegno sono competenze trasversali, capacità, conoscenze, talenti. Succede quasi spontaneamente nello svolgimento delle loro attività, cui si aggiungono spesso anche corsi di base e di aggiornamento nelle associazioni, indispensabili per affrontare situazioni particolarmente complesse. Come possono esporre i volontari queste esperienze nella loro stessa storia di vita o nel loro curriculum, ad esempio per presentarsi nel mondo del lavoro?
“Questo potenziale del volontariato viene ancora preso troppo poco in considerazione in ambito formativo formale, nella formazione professionale, nel mondo economico e nella società civile”, ha detto Georg Leimstädtner, direttore della Federazione per il Sociale e la Sanità. Il potenziamento, il riconoscimento e la visibilità del volontariato come contesto formativo è un importante obiettivo per la Federazione, che da tempo ne ha colto la rilevanza, ad esempio con il “passaporto del volontariato”, un rilascio apposito.
Sono tuttavia sempre di più i politici e gli imprenditori a comprendere che molto di quanto impariamo avviene al di fuori dell'istruzione formale. Perciò è importante, specialmente per i giovani, avere standard e indicatori di riferimento validi a livello europeo in modo tale da poter documentare in forma trasparente e attendibile i risultati dei loro apprendimenti.
La Federazione, in stretta collaborazione con tutti i partner coinvolti nel tema, intende creare una formula di riconoscimento sociopolitica per l'apprendimento non formale. Perciò è importante collegare il riconoscimento anche con le attuali richieste del mondo del lavoro. Possono nascere quindi reti territoriali e possono acquistare nuovo valore le esperienze di volontariato. Partner locali e referenti sono le imprese, ordini professionali, enti formativi come scuole secondarie superiori, professionali o universitarie, assieme ad altri attori significativi.
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