28.04.2022
Le organizzazioni sociali chiedono di "co-progettare" invece di appaltare
Federazione per il Sociale e la SanitàDiverse associazioni sociali altoatesine stanno facendo pressione. Chiedono di implementare nuove modalità nella gestione di servizi sociali. Altre Regioni italiane, tra cui anche Trento, sono già un passo avanti. In Alto Adige invece, le autorità si sono finora attenute allo strumento dell'appalto pubblico.
Si potrebbe fare meglio!
Con grande delusione i dirigenti di diverse associazioni, durante le loro riunioni mensili, hanno notato che il sistema non viene ancora implementato. Le nove organizzazioni Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone, Federazione per il Sociale e la Sanità, EOS Cooperativa Sociale, Associazione Hands, KVW - Katholischer Verband der Werktätigen, Kinderdorf, La Strada-Der Weg, Lebenshilfe e Volontarius lamentano che la pubblica amministrazione non utilizza il margine di manovra disponibile. Questo sorprende molto, specialmente se si considerano le nuove possibilità di cooperazione tra il settore pubblico e il Terzo Settore, che la Riforma stessa ha creato tramite la "co-programmazione" e la "co-progettazione".
I nostri vicini del Trentino stanno già mostrando, come si può fare diversamente (con metodi migliori). Inoltre una una sentenza della Corte Costituzionale nel luglio del 2020 sottolinea il principio di sussidiarietà e stabilisce, come nuovo standard, la nuova forma di co-programmazione e co-progettazione introdotte con la riforma del Terzo Settore. Va inoltre ricordato che negli anni precedenti le debolezze degli appalti pubblici sono sempre state più evidenti. Alla fine a rimetterci sono gli utenti che necessitano dei servizi.
In concreto, le associazioni sociali vorrebbero che la co-progettazione venisse finalmente attuata anche in Alto Adige. Ora è necessario passare dalla teoria alla pratica!
La politica ha già stabilito le regole e adesso tocca all'amministrazione metterle in atto in accordo con i Comuni, le Comunità Comprensoriali/ASSB ma anche con la Provincia applicando le nuove possibilità normative.
Perciò è necessario prendere coraggio per lasciarsi alle spalle il vecchio procedimento, forse più famigliare ma non meno complesso. Le nove organizzazioni chiedono alle amministrazioni provinciali, distrettuali e comunali di prendere misure immediate per garantire che questa nuova forma di gestione dei servizi venga effettivamente utilizzata. Propongono inoltre, di seguire l'esempio di altre Province e offrire formazioni rivolte al personale delle amministrazioni pubbliche e delle organizzazioni private che sono disposti a intraprendere insieme questo nuovo cammino.
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