28.05.2015
Amministrazione di sostegno: un compito impegnativo – tribunale, uffici competenti e organizzazioni lavorano in rete per un supporto qualificato
Amministrazione di sostegnoFederazione per il Sociale e la Sanità
La figura dell'amministratore di sostegno è una persona garante dei diritti umani di un'altra persona a lui "affidata" che vive una condizione di fragilità, è colui che si assume la responsabilità di condividere alcune scelte a favore del beneficiario rispettando i suoi bisogni e aspirazioni.
All’amministratore di sostegno non solo è richiesta una conoscenza generale relativa alla normativa (procedura, poteri e doveri che discendono dall’incarico ecc.), ma deve possedere la capacità di sapere come “agire” in ogni singola situazione e relazionarsi con il beneficiario.
Il giudice tutelare sceglie l’amministratore di sostegno “con esclusivo riguardo alla cura ed agli interessi della persona del beneficiario”. Quando è possibile tale funzione viene assegnata ad un familiare oppure ad un conoscente. Però “quando ne ravvisa l’opportunità o quando sussistono gravi motivi può chiamare all’incarico anche altra persona idonea” (art. 408 c.c.). La valutazione d’idoneità non è solamente “gestionale” ma anche e soprattutto “relazionale”.
A questo punto entra in gioco il ruolo delle associazioni non profit con i loro volontari: cittadini che spontaneamente si dedicano agli altri, inclini all’ascolto, a comprendere i bisogni particolari di persone malate, inferme o disagiate, bisognose di essere supportate, così come lo sono i beneficiari di amministrazione di sostegno.
Quindi, secondo il concetto di idoneità richiamato dalla normativa di specie, i volontari, che conoscono e seguono le persone bisognose, possono essere una grandissima risorsa da coinvolgere ed alla quale, per la loro naturale inclinazione all’aiuto, ci si potrebbe rivolgere per richiedere la loro disponibilità ad assumere la funzione di amministratore di sostegno.
Chi meglio di loro riesce ad interpretare i bisogni dei beneficiari affetti da quella determinata malattia, a conoscerne i risvolti sul piano soprattutto psicologico, a comunicare in maniera spontanea ed empatica con i soggetti fragili?
Bisogna coinvolgere i volontari, far si che il giudice tutelare quando deve nominare un amministratore di sostegno possa riuscire a trovare una persona che conosce quel tipo di fragilità e che si sappia muovere in un ambiente a lui già conosciuto.
La Federazione per il Sociale e la Sanità e l’Associazione per l’amministrazione di sostegno intendono sostenere le iniziative tese a favorire e stimolare azioni complessive capaci di promuovere il diritto di ogni persona di avere, quando necessario, un amministratore di sostegno al suo fianco capace di interpretare, riconoscere e far valere i suoi bisogni, aspettative, diritti fondamentali.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario promuovere all’interno delle organizzazioni non profit attività di informazione, sensibilizzazione sul significato della protezione giuridica dell’amministrazione di sostegno per sviluppare delle competenze del Terzo Settore finalizzate al reperimento di volontari da impiegare nel ruolo di amministratore di sostegno.
All’amministratore di sostegno non solo è richiesta una conoscenza generale relativa alla normativa (procedura, poteri e doveri che discendono dall’incarico ecc.), ma deve possedere la capacità di sapere come “agire” in ogni singola situazione e relazionarsi con il beneficiario.
Il giudice tutelare sceglie l’amministratore di sostegno “con esclusivo riguardo alla cura ed agli interessi della persona del beneficiario”. Quando è possibile tale funzione viene assegnata ad un familiare oppure ad un conoscente. Però “quando ne ravvisa l’opportunità o quando sussistono gravi motivi può chiamare all’incarico anche altra persona idonea” (art. 408 c.c.). La valutazione d’idoneità non è solamente “gestionale” ma anche e soprattutto “relazionale”.
A questo punto entra in gioco il ruolo delle associazioni non profit con i loro volontari: cittadini che spontaneamente si dedicano agli altri, inclini all’ascolto, a comprendere i bisogni particolari di persone malate, inferme o disagiate, bisognose di essere supportate, così come lo sono i beneficiari di amministrazione di sostegno.
Quindi, secondo il concetto di idoneità richiamato dalla normativa di specie, i volontari, che conoscono e seguono le persone bisognose, possono essere una grandissima risorsa da coinvolgere ed alla quale, per la loro naturale inclinazione all’aiuto, ci si potrebbe rivolgere per richiedere la loro disponibilità ad assumere la funzione di amministratore di sostegno.
Chi meglio di loro riesce ad interpretare i bisogni dei beneficiari affetti da quella determinata malattia, a conoscerne i risvolti sul piano soprattutto psicologico, a comunicare in maniera spontanea ed empatica con i soggetti fragili?
Bisogna coinvolgere i volontari, far si che il giudice tutelare quando deve nominare un amministratore di sostegno possa riuscire a trovare una persona che conosce quel tipo di fragilità e che si sappia muovere in un ambiente a lui già conosciuto.
La Federazione per il Sociale e la Sanità e l’Associazione per l’amministrazione di sostegno intendono sostenere le iniziative tese a favorire e stimolare azioni complessive capaci di promuovere il diritto di ogni persona di avere, quando necessario, un amministratore di sostegno al suo fianco capace di interpretare, riconoscere e far valere i suoi bisogni, aspettative, diritti fondamentali.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario promuovere all’interno delle organizzazioni non profit attività di informazione, sensibilizzazione sul significato della protezione giuridica dell’amministrazione di sostegno per sviluppare delle competenze del Terzo Settore finalizzate al reperimento di volontari da impiegare nel ruolo di amministratore di sostegno.
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