21.11.2014
Donne Nissà: immigrazione e integrazione
Federazione per il Sociale e la SanitàL’integrazione degli immigrati non nasce dal nulla. Impegnata da ormai 20 anni in questo campo, l’Associazione Donne Nissà svolge un lavoro prezioso offrendo servizi importanti per facilitare l’integrazione di donne straniere e delle loro famiglie. Ora è stata accolta nella Federazione per il Sociale e la Sanità, che quindi cresce a 55 organizzazioni.
“Il termine ‘Nissà’ in arabo significa ‘donne’. Una denominazione al tempo stesso semplice e originale per la nostra organizzazione che è nata 20 anni fa“, spiega Gerda Gius, presidente dell’Associazione Donne Nissà e continua: “A seguito dell’aumento di donne straniere residenti in Alto Adige, nel 1994 un gruppo di donne straniere e italiane aveva chiaramente intuito, quanto sarebbe stato necessario creare una rete di accoglienza e uno spazio di ritrovo per le donne arrivate in Alto Adige per motivi di lavoro o per ricongiungimento famigliare.”Infatti, la rapida crescita del numero degli immigrati residenti regolarmente in Italia richiede non solo la volontà ma anche l’impegno per favorire l’integrazione. Ci vogliono iniziative per la promozione di una conoscenza reciproca, per il riconoscimento e il rispetto delle differenti identità culturali.
“L’associazione Nissà in questo campo svolge da ormai 20 anni un importante ed utile servizio”, sottolinea Martin Telser, presidente della Federazione per il Sociale e la Sanità: “Durante il boom economico degli anni ‘90, migliaia di lavoratori stranieri sono stati portati in Alto Adige. Tra cui molte donne. Erano e sono tuttora indispensabili negli ospedali, nelle case di cura, nelle famiglie come badanti, ma anche nei settori dell’agricoltura, dell’industria e in quello alberghiero.”
L'obiettivo primario di Donne Nissà è lavorare per e con le donne straniere. L'associazione intende favorirne l'inserimento socio-lavorativo. Le richieste delle donne immigrate sono strettamente connesse con i bisogni delle loro famiglie. Un'attenzione particolare viene data quindi ai minori e alla cosiddetta seconda generazione. Le colonne portanti dell’attività ordinaria sono quindi lo sportello di consulenza e il centro interculturale Mafalda che coinvolge famiglie di ogni cultura: è un asilo che accoglie bambini e bambine fino a 6 anni e le loro mamme.
“Cerchiamo di evidenziare attraverso varie azioni e progetti il valore aggiunto fornito dalle persone immigrate in Alto Adige e di ridurre la barriere tra la gente locale e persone provenienti da altre nazioni del mondo”, spiega Gerda Gius.
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