01.12.2017
3 dicembre - "Un adeguato reddito di base per le persone con disabilità"
Federazione per il Sociale e la Sanità
Il termine ‚reddito di base‘ non può rimanere un contenitore vuoto. Questa idea è sì compresa negli attuali piani di settore provinciali, ma non trova ancora applicazione. La Federazione per il Sociale e la Sanità, in concomitanza con la „Giornata internazionale delle persone con disabilità“ il 3 dicembre, richiama l'attenzione pubblica proprio su questo tema.
Una solida base economica è l'inequivocabile premessa per decidere autonomamente della propria vita. È questo che la Federazione per il Sociale e la Sanità ribadisce il 3 dicembre nella „Giornata internazionale delle persone con disabilità“. Chi mediante il lavoro non può ottenere sue personali risorse finanziarie, per nulla o parzialmente, ha diritto a un reddito tramite i servizi di assistenza sociale. „È una questione di giustizia“, dice Martin Telser, presidente della Federazione: „Al di là di tante parole vuote, qui si tratta di responsabilità da parte di tutta la comunità. Anche il bilancio provinciale ha da tenerne conto.“
435 Euro per la pensione d'invalidità è ciò che una persona con disabilità riceve oggi in Alto Adige. A cui si aggiungono contributi come i 558 Euro per l'assegno di accompagnamento nel caso di forme gravi di disabilità. Mensilmente diventano quindi quasi 1000 Euro che a una persona totalmente invalida devono bastare per far quadrare le spese. Agli invalidi parziali va peggio: persone per esempio con disabilità cognitive o una malattia cronica, in grado di lavorare solo entro certi limiti, devono riuscire ad arrivare a fine mese con ancora meno.
„Non si riesce certamente a fare grandi salti“, prosegue Telser. Facendo i confronti, le pensioni di invalidità dovrebbero essere qui da noi più alte che in altre regioni italiane, dove si tratta di 280 Euro al mese. Tuttavia in Alto Adige il costo della vita è decisamente più alto, con un 20% oltre il livello nazionale. E comunque una persona con disabilità si trova ad affrontare maggiori spese. „In pratica un assegno di cura viene utilizzato per l'assistenza indispensabile“, spiega Telser: „Se poi pensiamo anche a cosa succede quando il sostegno da parte dei genitori viene a mancare perché si ammalano o muoiono, allora solo con un adeguato reddito di base è possibile decidere autonomamente della propria vita.“
„A noi importa che le persone possano provvedere a loro stesse e decidere per se stesse autonomamente“, afferma Telser. Affianco a una migliore integrazione lavorativa, l'inserimento quindi di un reddito di base per le persone con disabilità, che raccolga tutti i sostegni previsti per loro, è un nostro grande obiettivo cui aspiriamo da molto tempo. „Realizzare questa idea è sì negli attuali piani di settore provinciali per le persone con disabilità, ma non ancora applicato“, evidenzia Telser. Al posto della molteplicità di eventuali misure di sostegno nel caso di disabilità (finanziamenti, pensioni, assegni di cura, agevolazioni economiche o esenzioni), di cui si occupano molti uffici e normative con diverse condizioni e formalità, la Federazione punta a una regolamentazione unitaria e basata su un'unica procedura, ovvero con l'introduzione di un reddito di base che corrisponda alle condizioni di vita individuali. Con un effetto collaterale positivo: grazie al ricongiungimento delle prestazioni si potrebbero rendere iter e procedimenti molto più agili e semplici.
Martin Telser, 48 anni, rimasto paralizzato ad entrambe le gambe all’età di 17 anni. Da 4 anni è Presidente della Federazione per il Sociale e la Sanità. Inoltre è Presidente dell’Associazione Arbeitsgemeinschaft für Behinderte e della Casa di Riposo “Eden” di Merano.
Una solida base economica è l'inequivocabile premessa per decidere autonomamente della propria vita. È questo che la Federazione per il Sociale e la Sanità ribadisce il 3 dicembre nella „Giornata internazionale delle persone con disabilità“. Chi mediante il lavoro non può ottenere sue personali risorse finanziarie, per nulla o parzialmente, ha diritto a un reddito tramite i servizi di assistenza sociale. „È una questione di giustizia“, dice Martin Telser, presidente della Federazione: „Al di là di tante parole vuote, qui si tratta di responsabilità da parte di tutta la comunità. Anche il bilancio provinciale ha da tenerne conto.“
435 Euro per la pensione d'invalidità è ciò che una persona con disabilità riceve oggi in Alto Adige. A cui si aggiungono contributi come i 558 Euro per l'assegno di accompagnamento nel caso di forme gravi di disabilità. Mensilmente diventano quindi quasi 1000 Euro che a una persona totalmente invalida devono bastare per far quadrare le spese. Agli invalidi parziali va peggio: persone per esempio con disabilità cognitive o una malattia cronica, in grado di lavorare solo entro certi limiti, devono riuscire ad arrivare a fine mese con ancora meno.
„Non si riesce certamente a fare grandi salti“, prosegue Telser. Facendo i confronti, le pensioni di invalidità dovrebbero essere qui da noi più alte che in altre regioni italiane, dove si tratta di 280 Euro al mese. Tuttavia in Alto Adige il costo della vita è decisamente più alto, con un 20% oltre il livello nazionale. E comunque una persona con disabilità si trova ad affrontare maggiori spese. „In pratica un assegno di cura viene utilizzato per l'assistenza indispensabile“, spiega Telser: „Se poi pensiamo anche a cosa succede quando il sostegno da parte dei genitori viene a mancare perché si ammalano o muoiono, allora solo con un adeguato reddito di base è possibile decidere autonomamente della propria vita.“
„A noi importa che le persone possano provvedere a loro stesse e decidere per se stesse autonomamente“, afferma Telser. Affianco a una migliore integrazione lavorativa, l'inserimento quindi di un reddito di base per le persone con disabilità, che raccolga tutti i sostegni previsti per loro, è un nostro grande obiettivo cui aspiriamo da molto tempo. „Realizzare questa idea è sì negli attuali piani di settore provinciali per le persone con disabilità, ma non ancora applicato“, evidenzia Telser. Al posto della molteplicità di eventuali misure di sostegno nel caso di disabilità (finanziamenti, pensioni, assegni di cura, agevolazioni economiche o esenzioni), di cui si occupano molti uffici e normative con diverse condizioni e formalità, la Federazione punta a una regolamentazione unitaria e basata su un'unica procedura, ovvero con l'introduzione di un reddito di base che corrisponda alle condizioni di vita individuali. Con un effetto collaterale positivo: grazie al ricongiungimento delle prestazioni si potrebbero rendere iter e procedimenti molto più agili e semplici.
Martin Telser, 48 anni, rimasto paralizzato ad entrambe le gambe all’età di 17 anni. Da 4 anni è Presidente della Federazione per il Sociale e la Sanità. Inoltre è Presidente dell’Associazione Arbeitsgemeinschaft für Behinderte e della Casa di Riposo “Eden” di Merano.
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