26.09.2023
Politica economica e sociale si condizionano a vicenda: per uno sviluppo del bene comune in Alto Adige
Altri entiFederazione per il Sociale e la Sanità
Dopo un decennio di crescita costante, si percepiscono in modo crescente limiti che influenzano fortemente l’azione nelle politiche sociali ed economiche. Dopo l’entrata in vigore del Piano provinciale di sviluppo e coordinamento terri-toriale del 1995, c’è stato un lungo periodo in cui ci si è concentrati su singoli ambiti attraverso piani settoriali e specifi-che normative. Ora il cambiamento demografico, il mutamento della composizione etnica e la diversità culturale ad essa collegata, la carenza di manodopera e la diminuzione di aree edificabili, costringono tutti gli attori sociali a fare nuovamente rete in modo più intenso e a ripensare gli approcci generali allo sviluppo, ma anche a cercare nuove soluzioni a breve termine. Su una serie di sfide da affrontare a breve, i due partner Federazione per il Sociale e la Sanità e Assoimprenditori Alto Adige si sono confrontati arrivando alle seguenti posizioni condivise.
Le persone in Alto Adige devono avere a disposizione soluzioni abitative
Per garantire questo presupposto, il focus delle politiche abitative va spostato dalla proprietà verso la disponibilità di alloggi a condizioni ragionevoli.Per questo servono:
1. approcci innovativi legati alla costruzione e all’affitto di alloggi con tetto ai prezzi;
2. incentivi all’edilizia non-profit attraverso la concessione di terreni edificabili o favorendo la ristrutturazione e l’ampliamento degli edifici esistenti;
3. la definizione delle premesse legislative e l’istituzione di un ente specifico per la costruzione e l’affitto di apparta-menti sul mercato immobiliare privato al fine di garantire alloggi a prezzi sostenibili;
4. l’ampliamento delle attività dell’Istituto per l’edilizia sociale, affinché funga da garante per i proprietari, anche at-traverso l’affitto di appartamenti sul mercato immobiliare privato;
5. il coordinamento organico a livello provinciale di un piano per l’edilizia abitativa che tenga conto di esigenze nel campo della mobilità, dell’infrastrutturazione secondaria, dell’offerta lavorativa;
6. il coinvolgimento attivo dei Comuni nella selezione e nel finanziamento dei necessari lotti edificabili con la conces-sione di incentivi.
Piano di sviluppo della forza lavoro e relative misure
L’Alto Adige, così come anche tutti gli altri Stati europei, soffre di una acuta carenza di forza lavoro e si stima che entro il 2030 verranno a mancare complessivamente 30.000 collaboratrici e collaboratori: sono urgenti profondi e rapidi cambiamenti.Tra gli sviluppi necessari ci sono la digitalizzazione e il rafforzamento della conciliazione tra famiglia e lavoro. Ma è so-prattutto necessario – in tutti gli ambiti – ottimizzare e concentrare i servizi in maniera ancora più forte, affinché possa-no essere forniti anche con l’impiego di meno persone. Una riorganizzazione profonda delle normative e dei regola-menti nella pubblica amministrazione e una riduzione mirata degli obblighi burocratici non sono più rinviabili.
Inoltre è necessario:
1. mantenere in Alto Adige forza lavoro locale e limitare la fuga dei cervelli, creando – sia nel settore pubblico sia in quello privato – condizioni favorevoli alle carriere lavorative, agli alloggi a prezzi sostenibili e alla crescita delle re-tribuzioni;
2. incentivare l'assunzione regolamentata di lavoratori anche da Paesi non appartenenti all'UE attraverso programmi di formazione e integrazione in linea con i criteri europei e nazionali;
3. considerare l’interculturalità come un valore aggiunto. L’apertura culturale è la premessa per un’integrazione di successo.
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