15.11.2022
Sensibilizzazione sull’abilismo: Collaborazione con il Centro Antidiscriminazioni
Altri entiFederazione per il Sociale e la Sanità
Quando le persone con disabilità e le persone affette da malattie croniche o rare vengono discriminate all’interno della propria quotidianità, si parla di abilismo. La Federazione per il Sociale e la Sanità vuole ora affrontare questa attuale tematica insieme al Centro Antidiscriminazioni.
È un'immagine quasi quotidiana: una persona in sedia a rotelle non può salire sull'autobus o sul treno perché non è presente una rampa. Si tratta allo stesso tempo di una barriera architettonica evidente e di una discriminazione. Tuttavia, altre disuguaglianze nella vita quotidiana sono molto meno evidenti. Addirittura, molti pregiudizi non sono nemmeno percepiti come tali.
La collaborazione tra la Federazione per il Sociale e la Sanità e il Centro Antidiscriminazioni è partita già quest'estate. Priska Garbin, responsabile dell'Ufficio Antidiscriminazione, e Silvia Fornasini, del Servizio per le Organizzazioni di Pazienti della Federazione, hanno discusso della discriminazione a cui le persone con disabilità sono esposte nella vita quotidiana, ma che colpisce anche i malati cronici o le persone con malattie rare.
Il termine tecnico per definire questo fenomeno deriva dalla lingua inglese ed è "abilismo" ("essere capace"). Si tratta dell'insieme di credenze e pregiudizi sulle persone con disabilità che si manifestano con un linguaggio e un comportamento discriminatorio. Possono essere, ad esempio, barriere architettoniche e atteggiamenti ostili. Ma anche il pietismo, l'eroicizzazione della disabilità o la sua negazione.
Il problema è molto complesso, ed è anche una questione di percezione: si tratta di atteggiamenti talmente radicati nella nostra società da essere considerati normali, e che quindi passano solitamente inosservati. Insieme, La Federazione e il Centro Antidiscriminazioni vogliono ora sensibilizzare e educare la cittadinanza su questi comportamenti discriminatori quotidiani.
È un'immagine quasi quotidiana: una persona in sedia a rotelle non può salire sull'autobus o sul treno perché non è presente una rampa. Si tratta allo stesso tempo di una barriera architettonica evidente e di una discriminazione. Tuttavia, altre disuguaglianze nella vita quotidiana sono molto meno evidenti. Addirittura, molti pregiudizi non sono nemmeno percepiti come tali.
La collaborazione tra la Federazione per il Sociale e la Sanità e il Centro Antidiscriminazioni è partita già quest'estate. Priska Garbin, responsabile dell'Ufficio Antidiscriminazione, e Silvia Fornasini, del Servizio per le Organizzazioni di Pazienti della Federazione, hanno discusso della discriminazione a cui le persone con disabilità sono esposte nella vita quotidiana, ma che colpisce anche i malati cronici o le persone con malattie rare.
Il termine tecnico per definire questo fenomeno deriva dalla lingua inglese ed è "abilismo" ("essere capace"). Si tratta dell'insieme di credenze e pregiudizi sulle persone con disabilità che si manifestano con un linguaggio e un comportamento discriminatorio. Possono essere, ad esempio, barriere architettoniche e atteggiamenti ostili. Ma anche il pietismo, l'eroicizzazione della disabilità o la sua negazione.
Il problema è molto complesso, ed è anche una questione di percezione: si tratta di atteggiamenti talmente radicati nella nostra società da essere considerati normali, e che quindi passano solitamente inosservati. Insieme, La Federazione e il Centro Antidiscriminazioni vogliono ora sensibilizzare e educare la cittadinanza su questi comportamenti discriminatori quotidiani.
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