18.04.2014
Imposta Municipale Immobiliare: la patata bollente passa ai Comuni
Federazione per il Sociale e la Sanità
La Federazione per il Sociale e la Sanità non è per niente contenta di quanto deciso ieri sull’Imposta Municipale Immobiliare (IMI)
La nuova tassa sugli immobili comunali è ormai cosa fatta e risulta evidente che in Giunta non si sia discusso di quanto presentato sul tema da parte delle associazioni sociali. All'interno della Federazione per il Sociale e la Sanità la delusione e la preoccupazione si fanno più pesanti: nella Legge l'esenzione per gli immobili che vengono utilizzati per servizi sociali è prevista solo per le residenze per anziani, ma non per le strutture destinate a persone con disabilità, ai minorenni o anche ai malati psichici.
“Per noi è incomprensibile il fatto che nessuno in Consiglio provinciale si sia battuto per rendere esenti gli immobili destinati a servizi sociali” afferma il Presidente della Federazione Martin Telser. Parliamo di strutture che per la maggior parte sono finanziate da contributi pubblici.
“Siamo intervenuti in anticipo e abbiamo anche depositato uno scritto ai Responsabili competenti. In dettaglio i rispettivi Comuni avranno la possibilità di prevedere un'esenzione, ma sapendo della situazione nella quale versano le loro casse, c'è da temere che non rinunceranno a queste entrate, anche se la cosa tocca i più deboli”, sostiene Telser.
Già in occasione della discussione della bozza di Legge la Federazione aveva chiaramente affermato che doveva essere trovata una regola generale o un'esenzione e non una norma facoltativa, che lascia tutto aperto.
"La cooperazione è un'altra cosa" così afferma il Presidente della Federazione Martin Telser "dai nuovi politici ci aspettavamo qualcosa di diverso, in quanto adesso i problemi della finanziabilità pesano ulteriormente sulle organizzazioni ed alcune di queste sono oramai al limite."
Ora le strutture locali sono obbligate a rivolgersi ai rispettivi Comuni, affinchè decidano per l'esenzione ed anche la Federazione intende lottare al fianco di tutte le strutture di pubblica utilità dell'ambito sociale. Certo, con 116 Comuni lo sforzo sarà enorme e c'è da temere che questa nuova condizione metta in difficoltà alcune pregevoli organizzazioni sociali: i mezzi a disposizione vengono ormai tagliati da tutte le parti e non è possibile sostenere ulteriori costi. L’esigenza di prestazioni sociali continua di contro a crescere, come tutti ben sanno.
La nuova tassa sugli immobili comunali è ormai cosa fatta e risulta evidente che in Giunta non si sia discusso di quanto presentato sul tema da parte delle associazioni sociali. All'interno della Federazione per il Sociale e la Sanità la delusione e la preoccupazione si fanno più pesanti: nella Legge l'esenzione per gli immobili che vengono utilizzati per servizi sociali è prevista solo per le residenze per anziani, ma non per le strutture destinate a persone con disabilità, ai minorenni o anche ai malati psichici.
“Per noi è incomprensibile il fatto che nessuno in Consiglio provinciale si sia battuto per rendere esenti gli immobili destinati a servizi sociali” afferma il Presidente della Federazione Martin Telser. Parliamo di strutture che per la maggior parte sono finanziate da contributi pubblici.
“Siamo intervenuti in anticipo e abbiamo anche depositato uno scritto ai Responsabili competenti. In dettaglio i rispettivi Comuni avranno la possibilità di prevedere un'esenzione, ma sapendo della situazione nella quale versano le loro casse, c'è da temere che non rinunceranno a queste entrate, anche se la cosa tocca i più deboli”, sostiene Telser.
Già in occasione della discussione della bozza di Legge la Federazione aveva chiaramente affermato che doveva essere trovata una regola generale o un'esenzione e non una norma facoltativa, che lascia tutto aperto.
"La cooperazione è un'altra cosa" così afferma il Presidente della Federazione Martin Telser "dai nuovi politici ci aspettavamo qualcosa di diverso, in quanto adesso i problemi della finanziabilità pesano ulteriormente sulle organizzazioni ed alcune di queste sono oramai al limite."
Ora le strutture locali sono obbligate a rivolgersi ai rispettivi Comuni, affinchè decidano per l'esenzione ed anche la Federazione intende lottare al fianco di tutte le strutture di pubblica utilità dell'ambito sociale. Certo, con 116 Comuni lo sforzo sarà enorme e c'è da temere che questa nuova condizione metta in difficoltà alcune pregevoli organizzazioni sociali: i mezzi a disposizione vengono ormai tagliati da tutte le parti e non è possibile sostenere ulteriori costi. L’esigenza di prestazioni sociali continua di contro a crescere, come tutti ben sanno.
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