25.02.2022
Carenza di personale: le associazioni sociali mancano di personale qualificato e bilingue
Federazione per il Sociale e la Sanità
È forte la mancanza di personale qualificato e bilingue nel settore sociale. Non è così solo in seguito alla pandemia Covid-19, lamentano le principali associazioni sociali in Alto Adige. Deve essere possibile orientare sempre più giovani verso le professioni sociali.
I dirigenti delle maggiori organizzazioni sociali dell'Alto Adige sono d'accordo sulla necessità di strategie efficaci per combattere la carenza di personale qualificato nel lavoro sociale, che si riscontra in molti casi.
Nella loro recente riunione mensile, Volontarius, Lebenshilfe, KVW - Katholischer Verband der Werktätigen, Caritas della Diocesi Bolzano-Bressanone, Federazione per il Sociale e la Sanità, La Strada-Der Weg, Cooperativa sociale EOS, Kinderdorf e l'associazione Hands hanno analizzato la situazione del personale nelle loro strutture: non solo dopo il Covid è evidente la mancanza di personale bilingue e qualificato.
Alcune di queste organizzazioni gestiscono strutture in tutto il territorio altoatesino e sempre più spesso hanno il problema che le posizioni offerte sono difficili da coprire. Eppure, il settore sociale è un ambito di lavoro molto appassionante e vario: le professioni sociali migliorano chiaramente la nostra vita e il nostro benessere collettivo. Da un lato, c'è mancanza di personale qualificato e dall'altro la carenza di bilinguismo complica molto spesso la situazione.
"Come in altri posti in Europa, abbiamo la situazione in cui la domanda supera l'offerta. Questo ci mette in concorrenza diretta con altre regioni per reperire il personale qualificato", dice Bruno Marcato, direttore di Hands, centro di competenza per le dipendenze.
Per fare un esempio: nelle strutture Hands molte persone appartengono al gruppo linguistico tedesco e conoscono poco l'italiano. Oppure alcuni assistenti sono di madrelingua italiana e quindi può succedere che, durante importanti colloqui inerenti all’assistenza e alla consulenza, le persone presenti debbano passare dalla loro lingua madre alla seconda lingua, fatto che può condizionare l'importante scambio emotivo e relazionale.
Motivi per cui, a medio termine, deve essere possibile creare le condizioni necessarie per inserire nelle professioni sociali sempre più giovani dell'Alto Adige e in parte anche di altre regioni. Questo comporta prima di tutto la valorizzazione e il riconoscimento di queste professioni – mediante adeguata retribuzione, ma anche attraverso opportunità di carriera, lo sviluppo personale e altre misure che rendano il lavoro più attrattivo. Per l'apprendimento della seconda lingua, l'Alto Adige ha bisogno di maggiori offerte extracurricolari per impararla sul lavoro e in modo pratico.
"Valorizzare le professioni sociali - questo non deve rimanere una semplice frase. Dobbiamo finalmente dare alle professioni sociali lo status che meritano, glielo dobbiamo", afferma Wolfgang Obwexer, direttore di Lebenshilfe: "Se vogliamo essere interessanti per i giovani di altre regioni, dobbiamo anche offrire l'Alto Adige come spazio vitale. Questo prevede alloggi a prezzi accessibili e offerte semplici e a bassa soglia per imparare le lingue locali".
A breve termine, dovrebbero essere intensificate anche le offerte per recuperare le qualifiche necessarie mentre si lavora. E ciò potrebbe dare la possibilità di motivare maggiormente i cosiddetti ‘ingressi laterali’ nelle professioni sociali, secondo l'opinione unanime delle organizzazioni sociali.
I dirigenti delle maggiori organizzazioni sociali dell'Alto Adige sono d'accordo sulla necessità di strategie efficaci per combattere la carenza di personale qualificato nel lavoro sociale, che si riscontra in molti casi.
Nella loro recente riunione mensile, Volontarius, Lebenshilfe, KVW - Katholischer Verband der Werktätigen, Caritas della Diocesi Bolzano-Bressanone, Federazione per il Sociale e la Sanità, La Strada-Der Weg, Cooperativa sociale EOS, Kinderdorf e l'associazione Hands hanno analizzato la situazione del personale nelle loro strutture: non solo dopo il Covid è evidente la mancanza di personale bilingue e qualificato.
Alcune di queste organizzazioni gestiscono strutture in tutto il territorio altoatesino e sempre più spesso hanno il problema che le posizioni offerte sono difficili da coprire. Eppure, il settore sociale è un ambito di lavoro molto appassionante e vario: le professioni sociali migliorano chiaramente la nostra vita e il nostro benessere collettivo. Da un lato, c'è mancanza di personale qualificato e dall'altro la carenza di bilinguismo complica molto spesso la situazione.
"Come in altri posti in Europa, abbiamo la situazione in cui la domanda supera l'offerta. Questo ci mette in concorrenza diretta con altre regioni per reperire il personale qualificato", dice Bruno Marcato, direttore di Hands, centro di competenza per le dipendenze.
Per fare un esempio: nelle strutture Hands molte persone appartengono al gruppo linguistico tedesco e conoscono poco l'italiano. Oppure alcuni assistenti sono di madrelingua italiana e quindi può succedere che, durante importanti colloqui inerenti all’assistenza e alla consulenza, le persone presenti debbano passare dalla loro lingua madre alla seconda lingua, fatto che può condizionare l'importante scambio emotivo e relazionale.
Motivi per cui, a medio termine, deve essere possibile creare le condizioni necessarie per inserire nelle professioni sociali sempre più giovani dell'Alto Adige e in parte anche di altre regioni. Questo comporta prima di tutto la valorizzazione e il riconoscimento di queste professioni – mediante adeguata retribuzione, ma anche attraverso opportunità di carriera, lo sviluppo personale e altre misure che rendano il lavoro più attrattivo. Per l'apprendimento della seconda lingua, l'Alto Adige ha bisogno di maggiori offerte extracurricolari per impararla sul lavoro e in modo pratico.
"Valorizzare le professioni sociali - questo non deve rimanere una semplice frase. Dobbiamo finalmente dare alle professioni sociali lo status che meritano, glielo dobbiamo", afferma Wolfgang Obwexer, direttore di Lebenshilfe: "Se vogliamo essere interessanti per i giovani di altre regioni, dobbiamo anche offrire l'Alto Adige come spazio vitale. Questo prevede alloggi a prezzi accessibili e offerte semplici e a bassa soglia per imparare le lingue locali".
A breve termine, dovrebbero essere intensificate anche le offerte per recuperare le qualifiche necessarie mentre si lavora. E ciò potrebbe dare la possibilità di motivare maggiormente i cosiddetti ‘ingressi laterali’ nelle professioni sociali, secondo l'opinione unanime delle organizzazioni sociali.
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