26.05.2025
AEB: L'inclusione non è un "può". L'inclusione è un "deve"!
Organizzazioni socie della Federazione
Genitori e autorappresentanti devono far parte dei Consigli scolastici provinciali!
L’associazione AEB – Genitori Attivi per l’Inclusione di Persone con Disabilità APS lancia l’allarme: secondo il testo attuale della 1ª Commissione legislativa, nel disegno di legge omnibus sulla scuola si afferma che possono essere nominati nei Consigli scolastici provinciali un genitore di un alunno o alunna con disabilità o un giovane con disabilità come membro con diritto di voto.
Ciò che può sembrare una formula tecnica è in realtà un lasciapassare per escludere le persone direttamente interessate. “Chi prende sul serio l’inclusione non ha bisogno di concessioni, ma di leggi vincolanti e diritto alla parola,” dichiara Angelika Stampfl, presidente dell’AEB.
Di cosa si tratta?
Il Consiglio provinciale degli studenti e il Consiglio provinciale dei genitori dovrebbero poter cooptare un ulteriore membro con diritto di voto – a scelta: un genitore di un alunno con disabilità o un giovane con disabilità. Il termine chiave nel disegno di legge è però: “possono”. Questo trasforma un diritto umano in una possibilità discrezionale – e una vera partecipazione in una scommessa.
Le richieste alla politica e all’opinione pubblica
1. Via il “possono”, dentro il “devono”! I genitori e gli autorappresentanti devono essere inseriti in modo vincolante in entrambi i Consigli, come già deciso dal Consiglio provinciale.
2. Nessun marketing dell’inclusione senza diritto alla parola. Le persone direttamente coinvolte devono sedersi al tavolo delle decisioni fin dal primo momento – non rimanere sugli spalti
L’associazione AEB – Genitori Attivi per l’Inclusione di Persone con Disabilità APS lancia l’allarme: secondo il testo attuale della 1ª Commissione legislativa, nel disegno di legge omnibus sulla scuola si afferma che possono essere nominati nei Consigli scolastici provinciali un genitore di un alunno o alunna con disabilità o un giovane con disabilità come membro con diritto di voto.
Ciò che può sembrare una formula tecnica è in realtà un lasciapassare per escludere le persone direttamente interessate. “Chi prende sul serio l’inclusione non ha bisogno di concessioni, ma di leggi vincolanti e diritto alla parola,” dichiara Angelika Stampfl, presidente dell’AEB.
Di cosa si tratta?
Il Consiglio provinciale degli studenti e il Consiglio provinciale dei genitori dovrebbero poter cooptare un ulteriore membro con diritto di voto – a scelta: un genitore di un alunno con disabilità o un giovane con disabilità. Il termine chiave nel disegno di legge è però: “possono”. Questo trasforma un diritto umano in una possibilità discrezionale – e una vera partecipazione in una scommessa.
Le richieste alla politica e all’opinione pubblica
1. Via il “possono”, dentro il “devono”! I genitori e gli autorappresentanti devono essere inseriti in modo vincolante in entrambi i Consigli, come già deciso dal Consiglio provinciale.
2. Nessun marketing dell’inclusione senza diritto alla parola. Le persone direttamente coinvolte devono sedersi al tavolo delle decisioni fin dal primo momento – non rimanere sugli spalti
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