12.10.2018
Presentati nuovi criteri per l'occupazione lavorativa di persone disabili
Federazione per il Sociale e la Sanità
Oggi in una conferenza stampa a Bolzano sono state presentate nuovi criteri per l'occupazione lavorativa di persone disabili. Inoltre l'assessora Martha Stocker ha annunciato che la giunta intende deliberare la settimana prossima nuovi incentivi per aziende che assumono persone disabili.
Foto (da sinistra a destra): Dorotea Postal (Federazione per il Sociale e la Sanità), Ute Gebert (Ufficio provinciale persone disabili), Martha Stocker (Assessora), Irmhild Beelen (AEB-Arbeitskreis Eltern Behinderter), Luigi Corradini e Matteo Faifer (Azienda Servizi Sociali Bolzano), Sandro Repetto (Assessore Comune di Bolzano)
Ora sono stati deliberati i nuovi „Criteri per i servizi per l'occupazione lavorativa e per l’accompagnamento socio-pedagogico diurno dei servizi sociali“. Come avvenuto per l'elaborazione del testo di legge, sono stati coinvolti concretamente anche qui i rappresentanti delle organizzazioni di categoria. „In questo modo possiamo portare in prima persona le richieste e le necessità delle famiglie destinatari, ovvero le persone con disabilità, anche alle persone con malattie psichiche e con dipendenze“, spiega Dorotea Postal, presidente della Federazione per il Sociale e la Sanità.
Quali saranno gli effetti concreti della recente deliberazione della Giunta Provinciale n. 883 del 4 settembre 2018, lo illustra l'assessora provinciale Martha Stocker: „I criteri prevedono un riordino dei servizi. Se finora esisteva solo una descrizione generale delle prestazioni offerte in laboratori e servizi semiresidenziali, ora queste sono definite con precisione. Ne derivano maggiore chiarezza e trasparenza sia per la cittadinanza sia per il personale dei servizi.“
„Si tratta di un cambio di paradigma, perché obiettivo primario è l'inclusione. Significa che da ora in poi le persone assistite saranno coinvolte molto più concretamente: saranno elaborati insieme progetti individuali di vita e con flessibilità in base a esigenze e capacità in evoluzione“, prosegue Stocker. Questa partecipazione attiva è decisiva, sottolinea la presidente della Federazione Dorotea Postal: „Non si tratta più di progetti per la persona, ma con la persona.“
Viene sostanzialmente potenziata anche la consulenza per le famiglie da parte del personale dei servizi sociopedagogici di base nei distretti sociali, quindi di riflesso nei servizi semiresidenziali. Un ulteriore salto di qualità innovativo, precisa Stocker, è rappresentato inoltre dall'assicurazione da parte dell'Azienda Sanitaria di garantire la sistematica e continuativa collaborazione relativamente l'assistenza infermieristica, psicologica e psichiatrica nelle strutture, assieme all'offerta di assistenza riabilitativa.
Ha partecipato attivamente alla stesura dei criteri anche Irmhild Beelen dell'associazione AEB – Genitori di persone in situazione di handicap: „Poiché nei criteri sono precisati e descritti dettagliatamente molti aspetti, questi rivelano un notevole potenziale e siamo convinti che consentiranno molti sviluppi positivi. Un'importante misura che altrimenti andrebbe a scapito delle famiglie è per esempio l'accoglienza di minori con disabilità gravi al pomeriggio e nei periodi in cui non c'è attività scolastica, come pure i servizi rivolti a persone con disturbi dovuti ad autismo“, evidenzia Beelen.
L'approccio centrato sulla persona, con autonomia e possibilità di scelta, partecipazione e assunzione di ruolo attivo e responsabile da parte della persona assistita, apre a prospettive di maggiore flessibilità e nuove possibilità occupazionali, prosegue Beelen: „Un passaggio ben impostato dalla scuola al lavoro con la possibilità di stage e di concludere un percorso formativo presso strutture pubbliche dei servizi sociali che comprenda misure di riabilitazione lavorativa, può e deve agevolare il passaggio (anche culturale) dall'occupazione lavorativa all'integrazione lavorativa.“
La rete tra i servizi per l’occupazione lavorativa con la Formazione professionale consente quindi maggiori opportunità di stage, contratti individuali, nuovi modelli flessibili di lavoro e nuovi ambiti di attività.
L'auspicio è che in tal modo un maggiore numero di giovani con disabilità riescano a entrare nella vita lavorativa, essendo per loro comunque molto difficile accedere a una professione. I miglioramenti nella collaborazione con le scuole per il passaggio verso il mondo del lavoro contribuirà a sciogliere almeno in parte questi nodi.
Come ciò possa funzionare, lo si vede per esempio nel laboratorio protetto "Menhir" dell'Azienda dei Servizi Sociali di Bolzano, dove giovani con disabilità tra i 18 e i 25 anni vengono affiancati nel passaggio dalla scuola al lavoro. Attualmente sono 10 i giovani adulti a seguire questo percorso: in un periodo che va da due a tre anni lavorano nella coltivazione di verdure, in una lavanderia, per incarichi di pulizia e altri compiti come l'assemblaggio di componenti o la distruzione di documenti.
Foto (da sinistra a destra): Dorotea Postal (Federazione per il Sociale e la Sanità), Ute Gebert (Ufficio provinciale persone disabili), Martha Stocker (Assessora), Irmhild Beelen (AEB-Arbeitskreis Eltern Behinderter), Luigi Corradini e Matteo Faifer (Azienda Servizi Sociali Bolzano), Sandro Repetto (Assessore Comune di Bolzano)
Ora sono stati approvati nuovi criteri che definiscono una chiara lettura dei servizi e delle prestazioni nei laboratori protetti e nei servizi semiresidenziali.
"Coinvolgimento concreto e non solo da osservatori" è tra i principi ispiratori della legge provinciale sulla "Partecipazione ed inclusione di persone con disabilità" in vigore dall'estate 2015 e successivamente declinata in una serie di norme d'attuazione.Ora sono stati deliberati i nuovi „Criteri per i servizi per l'occupazione lavorativa e per l’accompagnamento socio-pedagogico diurno dei servizi sociali“. Come avvenuto per l'elaborazione del testo di legge, sono stati coinvolti concretamente anche qui i rappresentanti delle organizzazioni di categoria. „In questo modo possiamo portare in prima persona le richieste e le necessità delle famiglie destinatari, ovvero le persone con disabilità, anche alle persone con malattie psichiche e con dipendenze“, spiega Dorotea Postal, presidente della Federazione per il Sociale e la Sanità.
Quali saranno gli effetti concreti della recente deliberazione della Giunta Provinciale n. 883 del 4 settembre 2018, lo illustra l'assessora provinciale Martha Stocker: „I criteri prevedono un riordino dei servizi. Se finora esisteva solo una descrizione generale delle prestazioni offerte in laboratori e servizi semiresidenziali, ora queste sono definite con precisione. Ne derivano maggiore chiarezza e trasparenza sia per la cittadinanza sia per il personale dei servizi.“
„Si tratta di un cambio di paradigma, perché obiettivo primario è l'inclusione. Significa che da ora in poi le persone assistite saranno coinvolte molto più concretamente: saranno elaborati insieme progetti individuali di vita e con flessibilità in base a esigenze e capacità in evoluzione“, prosegue Stocker. Questa partecipazione attiva è decisiva, sottolinea la presidente della Federazione Dorotea Postal: „Non si tratta più di progetti per la persona, ma con la persona.“
Viene sostanzialmente potenziata anche la consulenza per le famiglie da parte del personale dei servizi sociopedagogici di base nei distretti sociali, quindi di riflesso nei servizi semiresidenziali. Un ulteriore salto di qualità innovativo, precisa Stocker, è rappresentato inoltre dall'assicurazione da parte dell'Azienda Sanitaria di garantire la sistematica e continuativa collaborazione relativamente l'assistenza infermieristica, psicologica e psichiatrica nelle strutture, assieme all'offerta di assistenza riabilitativa.
Ha partecipato attivamente alla stesura dei criteri anche Irmhild Beelen dell'associazione AEB – Genitori di persone in situazione di handicap: „Poiché nei criteri sono precisati e descritti dettagliatamente molti aspetti, questi rivelano un notevole potenziale e siamo convinti che consentiranno molti sviluppi positivi. Un'importante misura che altrimenti andrebbe a scapito delle famiglie è per esempio l'accoglienza di minori con disabilità gravi al pomeriggio e nei periodi in cui non c'è attività scolastica, come pure i servizi rivolti a persone con disturbi dovuti ad autismo“, evidenzia Beelen.
L'approccio centrato sulla persona, con autonomia e possibilità di scelta, partecipazione e assunzione di ruolo attivo e responsabile da parte della persona assistita, apre a prospettive di maggiore flessibilità e nuove possibilità occupazionali, prosegue Beelen: „Un passaggio ben impostato dalla scuola al lavoro con la possibilità di stage e di concludere un percorso formativo presso strutture pubbliche dei servizi sociali che comprenda misure di riabilitazione lavorativa, può e deve agevolare il passaggio (anche culturale) dall'occupazione lavorativa all'integrazione lavorativa.“
La rete tra i servizi per l’occupazione lavorativa con la Formazione professionale consente quindi maggiori opportunità di stage, contratti individuali, nuovi modelli flessibili di lavoro e nuovi ambiti di attività.
L'auspicio è che in tal modo un maggiore numero di giovani con disabilità riescano a entrare nella vita lavorativa, essendo per loro comunque molto difficile accedere a una professione. I miglioramenti nella collaborazione con le scuole per il passaggio verso il mondo del lavoro contribuirà a sciogliere almeno in parte questi nodi.
Come ciò possa funzionare, lo si vede per esempio nel laboratorio protetto "Menhir" dell'Azienda dei Servizi Sociali di Bolzano, dove giovani con disabilità tra i 18 e i 25 anni vengono affiancati nel passaggio dalla scuola al lavoro. Attualmente sono 10 i giovani adulti a seguire questo percorso: in un periodo che va da due a tre anni lavorano nella coltivazione di verdure, in una lavanderia, per incarichi di pulizia e altri compiti come l'assemblaggio di componenti o la distruzione di documenti.
Indietro